ALSIA Basilicata: Farm zero, l’agricoltura verticale che conquista l’Italia.

22 May 2020 ono_user

ALSIA Basilicata: Farm zero, l’agricoltura verticale che conquista l’Italia.

Il meccanismo di coltivazione intensiva è nato alla Ono exponential di Verona. Ne parla il fondatore Thomas Ambrosi

22 mag 2020

La sfida che si sta dimostrando vincente unisce le esigenze del settore agricolo a quelle di un mercato che garantisce la qualità del prodotto anche attraverso l’utilizzo dell’alta tecnologia. La piattaforma agrobotica di coltivazione intensiva verticale si appresta a rappresentare il nuovo volto delle produzioni. “ Negli ultimi 4 anni abbiamo studiato le dinamiche evolutive nel mondo dell’agricoltura – spiega Thomas Ambrosi, fondatore della Ono Exponential Farming di Verona, che ha ideato e realizzato il progetto Farm Zero – e, in particolar modo, ci siamo soffermati sui processi produttivi innovativi che stanno caratterizzando l’agricoltura indoor. E’ evidente, infatti, guardando i mega trend in corso, che diverrà il campo di sperimentazione più concreto ed affascinante per creare le condizioni per la sostenibilità alimentare per l’uomo nel futuro”.

L’agricoltura verticale aveva già attecchito negli Stati Uniti dove Kimbal Musk, fratello del più celebre Elon, fondatore di Tesla, ha finanziato alcuni incubatori e trasformato 10 container distribuiti fra Brooklyn e New York in orti urbani in grado di produrre, singolarmente, quanto un ettaro di terreno. “Square roots”, così si chiama il progetto, ha coinvolto 10 imprenditori su un totale di 500 candidati, che hanno seguito un percorso di formazione di un anno seguiti da 120 mentori.

“Sicuramente gli Stati Uniti sono stati un avamposto per l’approfondimento dell’innovazione tecnologica in tal senso – spiega ancora Ambrosi – data la concentrazione delle aree agricole lontane dai luoghi di consumo, che determinano un impoverimento degli elementi nutrizionali della produzione agricola. Il contesto italiano, ad oggi, comunque presenta situazioni molto diverse rispetto a quelle dei mercati verso i quali intendiamo indirizzare la nostra piattaforma tecnologica, ma ci sono interessanti elementi di sinergia con l’agricoltura tradizionale, come ad esempio il vivaismo”.

I prodotti che si muovono verticalmente in strutture di coltivazione di particolare impatto visivo hanno conquistato anche l’Italia come racconta ancora Thomas Ambrosi: “All’interno del nostro gruppo di imprese abbiamo creato un brevetto che ha reso possibile la creazione del primo magazzino al mondo a movimentazione autonoma omnidirezionale modulare e scalabile, in grado di cambiare il paradigma di funzionamento del processo produttivo: non più le persone che vanno dagli oggetti, bensì sono gli oggetti ad andar dalle persone quando necessario. Questo principio – aggiunge – lo abbiamo applicato alle coltivazioni indoor, che fino a questo momento erano gestite come prodotto, mentre per noi verranno gestite come processo”.

Il meccanismo, alla luce di un comparto come quello agricolo che ormai punta sul ricambio generazionale e sull’attenzione alle nuove tecnologie, sta ottenendo grandi risultati: “l’agricoltore classico – dice Ambrosi – attratto dalla soluzione applicabile al settore del vivaismo, la classe dei nuovi agricoltori digitali che senza molte competenze agronomiche è in grado di realizzare produzioni “difficili” in modo semplice, l’industria alimentare e farmaceutica in grado di rendere integrabile la produzione di orticole e piante medicinali nel proprio processo produttivo, avvantaggiandosi del mantenimento della “freschezza” dei vegetali da cui estrarre le molecole di cui hanno bisogno”.

La Basilicata, con le sue ampie aree coltivate, potrebbe essere una nuova area da implementare con la Farm ONO EF. “Le nostre Farm nascono dall’esigenza di garantire un risultato di produzione quanto più certo per gli agricoltori mettendoli al riparo da fattori esogeni (clima, inquinamento, necessità di picchi di manodopera, ecc.). La produzione just in time – chiarisce ancora Ambrosi – che può garantire la Farm Ono è in linea con le necessità di qualsiasi coltivatore che deve approvvigionarsi di piante pronte per lo sviluppo, con tempi certi e massima qualità. L’investimento previsto per un modulo di occupazione al suolo di circa 100 metri quadrati con altezza fra 4 e 16 metri potrebbe variare – conclude – approssimativamente tra gli ottocentomila e il milione e mezzo di euro, con ritorni dell’investimento variabili in funzione dei prodotti e dei mercati di destinazione del prodotto finale. I sistemi Ono Ef sono concepiti per massimizzare il risultato facendo risparmiare energia, costi di infrastruttura, lavoro per la gestione e manutenzione”.

 

(Fonte: alsia.it)

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